Ughettino gambe corte
di Sabrina Funari, da Un Castello per le fiabe 2018/2
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Tanto tempo fa nacquero a Lari due gemelli. La mamma ed il babbo erano al settimo cielo dalla contentezza, erano anni che aspettavano dei bambini efinalmente le loro preghiere erano state esaudite, ne erano arrivati addirittura due. Decisero di chiamarli Ughetto e Rigo. Ma mentre Rigo cresceva forte e vigoroso, Ughetto restava piccolo e minuto. Ma la cosa che più sorprendeva, era che Ughetto aveva delle gambe cortissime e proprio per questo tutti i Larigiani lo chiamavano Ughettino gambe corte. «Ughettino gambe corte, Ughettino gambe corte» ogni volta che si faceva vedere in paese c’era sempre qualcuno che lo prendeva in giro. Dal canto suo, era proprio stufo di essere deriso cosi e la rabbia era diventata cosi grande, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per avere gambe lunghe come quelle del fratello. La mamma e il babbo cercavano di consolarlo, erano dispiaciuti per lui, gli volevano un mondo di bene e vederlo soffrire li faceva stare male.
Un giorno Ughettino venne a sapere che vicino a Lari, in un luogo chiamato la terra di mezzo, abitava una vecchia che tutti dicevano possedesse poteri magici. Decise allora di andare da lei, anche se a dir la verità aveva un po’ paura, ma se davvero aveva dei poteri di sicuro l’avrebbe aiutato. Si mise in cammino e dopo aver girato un po’ in qua e un po’ in là, riuscì finalmente a trovare la casa.
Bussò alla porta ottenendo in risposta un «chi è che bussa alla mia porta?». Ughettino a sentire quella voce si spaventò e corse via. Ma il desiderio di avere gambe lunghe era più forte della paura e tornò di nuovo a bussare. «Chi è che bussa alla mia porta?». «Sono Ughetto di Lari, Ughetto ma tutti mi conoscono per Ughettino gambe corte». Passò un tempo che a lui parve lunghissimo, quando finalmente la porta si aprì, e una donnina piccola piccola vestita tutta di nero, gli si parò davanti. «Ughettino gambe corte benvenuto, io sono Osvaldina, ma se sei qui, di sicuro sai bene chi sono». Ughettino fece solamente sì con la testa, visto che le parole gli erano rimaste ferme in gola. A vedere quella donna, più piccola di lui, si chiese se aveva fatto bene ad andare fino lì per chiederle aiuto. Ma ormai c’era e doveva dirgli il motivo della sua visita. «Vede vecchina, scusi volevo dire, signora Osvaldina, io sono venuto fin qui per chiederle aiuto». «E che tipo di aiuto vorresti da me?», rispose la vecchia. Ughettino si sentiva imbarazzato, come poteva dirgli che voleva delle gambe lunghe, anzi lunghissime, quando lei le aveva più corte delle sue. Si fece coraggio e disse tutto d’un fiato: «Sono qui perché vorrei delle gambe lunghe! Anzi lunghissime!». Ecco lo aveva detto. «Questo è il tuo desiderio, il tuo desiderio più grande?» disse la vecchia. «Sì è questo» rispose Ughettino. «Va bene allora avrai delle gambe lunghissime, ma dovrai darmi qualcosa in cambio». «Sì sì, ti darò tutto quello che vuoi, tutto, tutto quello che vuoi vecchina, scusa Osvaldina» rispose pieno di gioia.
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