Le streghe di Mandringa
di Chiara Bruschi, da Un Castello per le fiabe 2013/1
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Tanto tempo fa, quando ancora i villaggi e le persone erano in balìa delle streghe e di strani spiriti capricciosi, in quel di Volterra, una grande siccità stava mettendo a dura prova gli abitanti. I raccolti erano troppo scarsi, la terra crepata dall’arsura. Uomini, donne, bambini e bestie per dissetarsi andavano alla fonte di Mandringa, unica risorsa d’acqua rimasta pura e sgorgante.Ma proprio li, in quella fonte, il sabato sera si riunivano le streghe più cattive di Volterra, per decidere le “malie” da fare. E proprio quel sabato, durante un magico incontro, la Strega Aradia, la più potente, disse: «Orribili sorelle, abbiamo l’occasione di compiere un’impresa fantastica, che sarà ricordata in tutti i libri di stregoneria! Possiamo avere tutta Volterra ai nostri ordini e i suoi abitanti saranno i nostri schiavi! Ma perché questo accada dobbiamo far sì che la loro sopravvivenza dipenda dai nostri incantesimi! E daremo inizio alla nostra conquista cominciando proprio dall’acqua della fonte!» le altre streghe sghignazzavano compiaciute «questa fonte d’acqua diventerà salata e guasta, nessuno potrà più berla. Non sarà buona né per bestie, né per uomini, né per orti e quando tutti saranno ormai stremati dalla sete, verranno da noi, ad implorare il nostro aiuto e noi li avremo in pugno. Volterra sarà presto delle streghe di Mandringa ah, ah, ah!!!» Iniziarono così il loro rito terribile:
Malmignatte Malmignatte
secche lunghe tonde e chiatte
tessete tessete, tessete una rete
che peschi nel mare, nel mare blù
la bella Sirena e la porti quassù!
Un grande spostamento di tenebre fece respirare il cielo e la rete luccicante tessuta dalle tarantole volò come un polverone di stelle verso Livorno ed immergendosi davanti agli scogli del Romito, andò a catturare ciò che le streghe volevano. Liburna, la sirena d’oro, protettrice del mare, era ormai in trappola e in men che non si dica, si ritrovò a sguazzare nella vasca della fonte di Mandringa! E la povera sirena piangeva, piangeva talmente tanto che l’acqua divenne subito salata. Le streghe scomparvero sghignazzando, lasciando Liburna sola, nella fonte di lacrime. La sirena iniziò così il suo triste canto, sperando che qualcuno la sentisse. Ma quella notte, quando ancora tutta Volterra dormiva, ignara del disastro che si preparava, il giovane segretario del Cardinale, Eugenio Torralba, apprendista stregone, accortosi dello strano polverone di stelle e dello spostamento tenebroso, decise di uscire per vederci più chiaro. Ma appena scese in strada, udì subito, lontano, il triste canto struggente.
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