Chi ha rubato le brioche?

di Simone Giusti, da Un Castello per le fiabe 2021/1

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Hanno rubato le brioche!
Non ci sono più brioche!
Che guaio!
Che calamità!
Come faremo per la festa di stasera?!
Come si fa!
Come si fa!

Alle 9 del mattino per tutta Lari si sparse la voce che le brioche del pasticcere Baffodritto non c’erano più. L’intero magazzino era stato svuotato.
Da chi?
Da chi?

Non solo, persino il pasticcere Baffodritto era sparito e tutta la popolazione si disperò.
Come faremo stasera?!
La festa!
Come si fa?!
Senza le brioche di Baffodritto!
Che guaio!
Che calamità!

La gran voce corse per strade e botteghe, per finestre e portoni, finché alle 10 del mattino giunse per bocca della cameriera alle orecchie dell’ispettore Domiziano che di colpo si svegliò?
Oh santamadremerenda! Le brioche?! Come farò?
Era domenica, il giorno libero di Domiziano, e per di più era un giorno speciale e tutto programmato. Alle 12 c’era la passeggiata sotto al castello. Alle 13 lo spuntino. Alle 15 il bagno per essere tutto profumato e alle 16… Be’, alle 16 c’era l’appuntamento con la bella Florinda. Ma come faceva ad abbandonare Lari a questa calamità?
Come si fa? Come si fa?
Ci fu prima il sindaco Guanciarossa che gli telefonò, poi l’avvocato Parrucchino che gli disse che senza brioche la festa non si sarebbe potuta fare e bla bla bla e pereppepé e altre cose burocratiche che Domiziano non ascoltò. Infine ci si mise tutto il paese con gli amici, i parenti i vicini e persino i turisti in bermuda e occhiali da sole che erano venuti proprio per la festa della sera a implorarlo da sotto alla finestra di camera sua.
Domiziano aiutaci!
Contiamo su di te!

Domiziano passeggiò nervoso per la stanza, alla fine s’affacciò.
Sindaco, cittadinanza, avvocato, assessore, questore e turisti. Insomma, tutti voi e di tutto un po’…
Stava per dire che sebbene fosse un caso speciale, oggi era il suo giorno libero e lui aveva da fare, quando tra la folla vide la bella Florinda coi boccoli biondi e il vestito a fiori che lo implorava con le mani giunte e quel faccino e quegli occhioni a cui non si poteva dire di no. E allora si schiarì la voce si impettì.
«Vi prometto che il caso delle brioche sarà risolto, che la festa si farà, che il pasticcere Baffodritto tornerà a Lari e… e che alle 16 tutto sarà tornato come doveva essere e ciò che doveva essere accadrà.»
L’ultima frase lasciò tutti con sguardi attoniti, ma Florinda che aveva inteso batté le mani e allora tutta la folla esultò.
Evviva Domiziano!
Ip ip urrà!

«Sì, ma ora calmatevi», gridò lui a braccia larghe, «che son già le 11 e inizia il lavoro!»
Vestito con giacca di velluto e lente d’ingrandimento nel taschino, calzettoni sopra i pantaloni, bastone da passeggio e berretto in testa, Domiziano interrogò tutto il paese, dal sindaco alle comari. Ma nessuno aveva visto né sentito un granché. Così, alle 12 in punto, con solo quattro ore a disposizione, decise che l’unico modo per risolvere il caso era quello di lasciare Lari e dirigersi nel profondo dei boschi dove non andava più nessuno. Si diceva che ci vivessero esseri strani, ma forse gli unici a sapere la verità.
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